venerdì 11 dicembre 2009

Paura odio e gioia.

Era da qualche giorno che sognavo mia nonna. La sognavo morta purtroppo. Sognavo una telefonata improvvisa da mia sorella, nel cuore della notte...la sua voce rotta dal pianto che mi dice"Silvia è meglio che vieni su, la nonna non c'è più". Sognavo lacrime calde e brucianti sulle mie guance, sognavo di lasciare il lavoro per correre da lei, troppo tardi.
Poi due sere fa mi chiama mia madre dicendomi "La nonna è caduta" e io dico"Cioè?". Non sono particolarmente preoccupata, perchè mia madre solitamente esagera volutamente i fatti(soprattutto quando si tratta di sua suocera o di mio padre)e poi perchè mia nonna è una testa di cazzo, va dove vuole, cammina anche se dovrebbe attenersi a leggerissime passeggiate, coltiva l'orto, spacca la legna per la stufa...e cade. Cade spesso negli ultimi anni. Senza gravi conseguenze fortunamente, se escludiamo una costola rotta un paio di anni fa. Ha la scorza dura, come si dice dalle mie parti. Questo ho pensato mentre mia mamma mi diceva che era caduta. Poi però mi dice che si è rotta il femore e che ha il bacino spostato e la mia gola si secca per la paura. Aspetto in silenzio e lei continua dicendomi" E' a Lavagna, la tengono sedata per farle sentire meno il dolore. Sicuramente non la operano data l'età, vedrai che non arriva nemmeno a Natale...a quell'età non si riprendono mica più" E io sto zitta, incapace di dire qualunque cosa. Non voglio sembrare infantile e non dico" Che cazzo dici?Ti sbagli!La nonna mica muore così, entro Natale. Cosa cazzo stai dicendo?". E allora per non dirle questo dico"Ok" e riattacco. Poi chiamo mia sorella per sapere cosa è successo, perchè di mia mamma non mi fido. E mia sorella mi dice che la nonna sarà operata entro 2 o 3 giorni al massimo, che i medici sono ottimisti e che non è in pericolo di vita. E io ho voglia di piangere e di incazzarmi con mia madre, che mi ha fatto passare 5 minuti di merda. Le chiedo di essere sincera perchè la mamma mi ha appena detto che non arriva a Natale, che non la operano, che non c'è molto da fare, che io lascio il lavoro e vengo su. La prego di essere sincera, almeno lei. Mia sorella si incazza a sua volte, con la mamma ovviamente, mi dice di lasciarla perdere...mi dice che dice solo cazzate e che quasi ci gode a fare il bollettino di morte su sua suocera. E io la ringrazio e stacco. Rincuorata e incazzata al tempo stesso. Felice e schifata se possibile. Ne parlo con Emanuele, non mi capacito che mia madre possa avermi detto quelle cose. Perchè le ha dette?Perchè non ha pensato che potessi spaventarmi e preoccuparmi?
Perchè ha preso con tanta leggerezza l'incidente di mia nonna?
Le da così fastidio il legame che c'è tra di noi? Non lo so. Ma per l'ennesima volta mi chiedo che cazzo di madre ho.

giovedì 3 dicembre 2009

Basta una goccia di pioggia.

Coperte calde, luci spente e silenzio attorno al mio letto.
Ascolto la pioggia che si abbatte sulla casa, riempiendo le grondaie, bagnando i vestiti stesi ad asciugare, scuotendo piante, gatti di quartiere nervosi e lenzuola tese come banderuole bianche.
Ascolto le gocce che colano sulle tapparelle della mia finestra, larghe e impertinenti esplodono su tutto ciò che incontrano e non smettono di farmi pensare.
Penso a quando abitavo da mia nonna, mi svegliavo alle 6:30 del mattino per andare a scuola con mia sorella. Il pulmino ci veniva a prendere alle 7:15 quasi davanti a casa quando pioveva forte. E da mia nonna pioveva spesso forte. Io mi svegliavo qualche minuto prima che entrasse mia madre e accendesse la luce dicendoci"E' ora". Sempre con lo stesso tono di voce, con la stessa energica spossatezza di chi si alza presto e ha già preparato tutto per le sue figlie. Restavo qualche minuto sotto le coperte calde fatte da mia nonna, coperte di lana cucite a mano con gomitoli colorati. In quei minuti ascoltavo i rumori del paese appena sveglio. Un cane che abbaiava a chissà cosa, un gallo che ripeteva il suo buongiorno millenario nel pollaio di qualche donna, mia nonna che apriva la bocca della stufa per infilare un pezzo di legno secco e asciutto perchè da lì a poco saremmo scese io e la Paola per fare colazione con la zuppa di latte scaldata nel pentolino appoggiato sulla stufa di ghisa. E mia mamma, con quella tosse snervante dovuta alle sigarette, mia mamma che si aggirava per le stanze sistemando il letto, stirando i jeans a me o a mia sorella, sempre con la sigaretta accesa appoggiata su qualche mobile. Restavo sotto le coperte sbadigliando e aspettando che si svegliasse anche mia sorella. Ascoltavo la pioggia battere sulla tettoia della casa della Concetta, incessantemente, instancabilmente. E pensavo"ma come fa quella tettoia a resistere al peso di tutta quell'acqua?". Eppure quella tettoia è ancora lì, ed è l'unica cosa che rimane di tangibile. E'bastato un attimo per ricordare tutto questo. Una goccia di acqua piovana che batte su un vetro mi ha ricordato un periodo della mia vita che è passato, per sempre.

martedì 1 dicembre 2009

Mancanze

Qualche tempo fa scrivevo un post in cui parlavo del mio duplice desiderio di vivere con lui ma anche di godermi in solitudine la mia stanza e i miei spazi.
Bè oggi è partito. E' tornato a casa per qualche giorno per dipingere due quadri per una galleria d'arte romana. Ed io? Io mangio da sola davanti al pc e lo aspetto.
E mi viene in mente una canzone di Vasco, "Canzone"...una delle più belle a mio avviso.
Vasco canta:
E questa sera nel letto metterò
qualche coperta in più
perché se no avrò freddo
senza averti sempre
senza averti sempre addosso...

Lui parla di un addio ed io no, però questa notte forse un po' di freddo lo avrò davvero e forse dovrò aggiungere qualche coperta. Perchè avere sempre addosso qualcuno significa averlo nella pelle. Ed io più che nella pelle ce l'ho nel sangue.

mercoledì 21 ottobre 2009

La mia generazione

Questo post nasce da una riflessione che ho fatto in questi giorni, parlando di lavoro e di precarietà tra i ragazzi che conosco e con i quali condivido lavoro e vita privata. La domanda che mi sono posta è:" Ma i ragazzi sentono davvero il bisogno di un posto di lavoro sicuro? Hanno davvero voglia di cambiare le cose e di smetterla di essere precari?" Ho di fronte diversi casi. C'è il trentenne con una bambina in arrivo e un mutuo di 1200 euro al mese per 30 anni che si permette di rfiutare un contratto a tempo indeterminato, c'è il ragazzo che vive ancora i genitori nonostante i 33 anni suonati, che si accontenta di un part-time e che si lamenta di voler cambiare lavoro ma che non fa nulla per cambiarlo; c'è il ragazzo che lascia un lavoro da 1200 euro al mese per quattro giorni a settimana e che smette di lavorare se il ristorante in cui deve fare il cameriere non gli consente di arrivare a casa con un solo autobus, c'è chi dice "meglio disoccupata che in call center" (tanto mamma e papà continuano a mandare i soldi e a mantenere la figlioletta adorata da 7 anni circa). C'è quella che dice" me ne vado se non ottengo un contratto almeno annuale" e poi resta lì dov'è con rinnovi contrattuali di 5 giorni escluso weekend. C'è anche quella laureata e specializzata che in attesa del lavoro dei sogni si fa mantenere dai genitori come se nulla fosse; e c'è anche quello che non si presenta ad un colloquio e non avvisa il datore di lavoro che lo sta aspettando, oppure che dopo 10 minuti di prova se ne va arrendendosi e dichiarando che non pensava fosse così stancante.
Certamente questi sono alcuni casi, e non è giusto generalizzare. Ci sono tanti ragazzi che pur di lavorare e di non pesare sulla famiglia fanno veramente di tutto, senza troppe pretese. Quello che voglio dire però è che attorno a me vedo una generazione pigra, stanca ancor prima di cominciare a lavorare. Eppure abbiamo diritti che la generazione dei nostri nonni e anche padri sognava. Abbiamo la possibilità di staccare dopo 8 ore e di chiedere un giorno di permesso ferie se siamo stanchi o vogliano semplicemente prenderci una piccola pausa. Eppure non so. Non mi rispecchio nella mia generazione. Io ho voglia di lavorare e di fare qualsiasi cosa mi venga proposta pur di non chiedere soldi ai miei genitori. E sono preoccupata per il mio futuro, tanto da non sognarmi nemmeno lontanamente di rifiutare un contratto a tempo indeterminato( qualora mi venisse proposto).
Sto esagerando? Forse, ma a quale futuro possiamo aspirare se non abbiamo voglia di costruirne uno?

mercoledì 14 ottobre 2009

Convivio

Faccio ufficialmente parte della categoria "conviventi". Da inizio ottobre. Contemporaneamente all'inizio di questa nuova esperienza mia sorella sta cercando di capire se ama ancora l'uomo che vive con lei da otto anni. E' paradossale che io sia così felice di vivere con Emanuele mentre lei sta cercando di non mandare tutto a puttane e di non impazzire. Lei che è sempre stata innamorata pazza di lui. Lei che voleva sposarsi, avere bambini e mettere su una famiglia. Lei così matura e preparata anche se più piccola di me di quasi 3 anni. Ed io invece? Io così restia a matrimoni e regole. Io sempre cinica e distaccata. Io che stamattina avevo freddo nel letto senza di lui. Vorrei poter condividere la mia felicità con lei, la mia amata sorella, la mia migliore amica. E non posso. Non me la sento di dirle che sono felice e che sono innamorata pazza. Come faccio? Come faccio a dirle che per me è iniziato un periodo di felicità reale, un periodo in cui non devo più prendere un treno per vederlo, un periodo in cui non abbiamo più i giorni contati ma abbiamo giorni pieni e lunghi fatti per noi?
Non sono serena al 100% se mia sorella non lo è.

venerdì 25 settembre 2009

Tutta la vita in un film(o in un libro)

Ho notato una cosa. Oggi sull'autobus. Ho notato che tendo ad associare le persone che incontro o che conosco a personaggi di film e libri letti. C'era una donna sull'autobus, una donna matura, di una certa età. Era truccata da adolescente, in modo quasi osceno. E aveva un non so che di sbagliato in quelle ciabatte da cui spuntavano le dita dei piedi vistosamente dipinte di rosa shocking. E aveva la gobba, una raggrinzita gobba messa in mostra da una maglietta molto scollata che lasciava vedere due seni grandi e cadenti. E aveva un rossetto molto vistoso, sempre rosa shocking. Forse l'ha scelto pensando di essere più carina abbinando uno smalto ed un rossetto. Mi ha ricordato immediatamente un personaggio del cartone animato "La città incantata" di Hayao Miyazaki. Se lo avete visto sapete di chi sto parlando( e se non lo avete visto dovete assolutamente rimediare perchè ne rimarrete affascinati) Parlo della maga Yubaba, che tiene in scacco la Città Incantata, soggiogata al suo potere. Quella donna mi ha ricordato Yubaba, dall'aspetto arcigno e malevolo...anche lei oscenamente agghindata e inaspettatamente sottomessa al figlioletto di due anni. Ma la donna sull'autobus non è la sola a ricordarmi personaggi appartenenti a romanzi. C'è il migliore amico di Emanuele, che mi ricorda il protagonista di Into the Wild, c'è Alessandro, che mi ricorda moltissimo Saltatempo di Stefano Benni. E poi c'è un vecchio che incontro spesso sull'autobus, sempre un po' ubriaco...o forse solo assonnato. Lui è un personaggio di qualche libro horror di King. Uno di quelli che potrebbe anche fare paura davvero.
E io chi sono? Chissà se qualcuno mi guarda pensando che io assomiglio a qualche ragazza incontrata nei romanzi o sullo schermo.... Spero almeno di essere qualche eroina oppure come mi ha detto una volta qualcuno di assomigliare a Margherita Dolcevita.

venerdì 28 agosto 2009

Questione di punti di vista.

Dove lavoro è arrivata da qualche mese una ragazza di Aosta. L'ho vista per la prima volta al bar sotto all'ufficio. Strizzata in un paio di jeans aderenti indossava un paio di scarpe col tacco e una camicetta aderente. Molto carina. Sexy. Fisico asciutto e longilineo, di quelli che per dirla tutta io non riuscirò mai ad ottenere.
L'ho sempre guardata sfoggiare abitini aderenti alla Audrey Hapburn, guardandola con un po'di invidia per quel modo di portare i vestiti. Poi ci siamo presentate e abbiamo chiacchierato un po'. O per dirla tutta, ha chiacchierato da sola. Dopo nemmeno cinque minuti ho capito che ha un cervello proporzionato al peso corporeo, e forse anche meno. Louise Vuitton, colleziono borse da 500 euro, mia mamma non vuole che dico le parolacce, non posso nemmeno dire li mortacci tua, sai io vivo ad Aosta ma ho casa anche a Milano, sai poi Louis Vuitton fa borse di plastica ma cosa vuoi son sempre di Vuitton, mia mamma mi dice che da quando vivo a Roma sono diventata una burina ahahahahahah, sai che prima facevo la responsabile del settore vendite di Max Mara e io queste cose le so, il mio fidanzato dice che posso lavorare anche part time perchè tanto non ci son problemi.
Io la guardavo e pensavo" Cazzo, sei completamente idiota" e mi sono sorpresa a pensare che da lontano la guardavo pensando a quanto fosse bella con quei vestiti addosso che la fasciavano. Peccato che il cervello non si possa fasciare in un vestito di Vuitton, forse sembrerebbe migliore...ma dopo tutto è solo plastica.

venerdì 21 agosto 2009

Diritti e doveri di una Silvia qualunque.

Oggi ho provato vergogna di me stessa. Perchè? Perchè gli Afghani sono andati a votare nonostante ci siano stati 73 attacchi in 15 province. Le vittime degli attacchi sono state 26 tra le quali sei ragazze di una stessa povera famiglia di Kandahar la cui casa è stata centrata da un razzo. Il ministero della Difesa ha reso noto che tra le vittime vi sono otto militari e che in totale gli incidenti registrati nella giornata di voto sono stati 135. Il ministro dell'Interno ha annunciato che sono rimasti uccisi anche «nove civili innocenti e nove agenti di polizia». Ma nonostante la paura, la gente si è messa in coda per eleggere il nuovo presidente del Paese.
Gli Afghani sono andati a votare mettendo a repentaglio la propria vita, hanno votato per cambiare e forse migliorare il paese di cui sono cittadini. Sono andati a votare in 17 milioni. Lasciate che provi vergogna di me stessa. Non ho votato nelle ultime due elezioni governative, ho scelto di non votare rinunciando volontariamente e consapevolmente ad un mio diritto e dovere. Ho sbagliato ma ero troppo presa dalla mia insoddisfazione e stanchezza e rabbia e disgusto per la nostra casta. Ed invece avrei dovuto farlo, perchè porca puttana in Italia le donne possono votare solo dal 1946 e perchè il voto è uno dei pochi modi che abbiamo per decidere cosa sia democratico e cosa no. Ci ho rinunciato per mancanza di passione e per pigrizia. E oggi mentre pranzavo ho visto alcune donne afghane in tv, avvolte in un burqa azzurro, sembrano quasi fantasmi a guardarle da fuori. Eppure non lo sono. Hanno il potere di cambiare le cose e possono far sentire la propria voce attraverso il voto. Forse qui il fantasma sono io, anche se non indosso il burqa e non vengo minacciata di morte se decido di esprimere un voto che mi spetta di diritto.

Quindi si, lasciate che mi vergogni di me stessa.

sabato 25 luglio 2009

Vento d'estate

Tempo di vacanze, tempo di partenze. Tempo di valigie da fare e di ultime compere approfittando dei saldi. Tempo di viaggi in treno verso il mare, verso casa. Quest'anno più che mai sento il bisogno di tornare a casa mia. Saranno due settimane di sole, di mare, di barche ormeggiate in piccoli porti liguri, di focaccia e di melone. Saranno due settimane di nuotate in acque che mi mancheranno per il resto dell'anno, di caffè sorseggiati guardando il sole che scende. Saranno due settimane di relax, per staccare dal caos di Roma. Saranno due settimane di cene gustate guardando il mare da casa mia, di treni regionali che corrono lenti verso spiagge che mi sono mancate tanto da sentirle nella pancia. Sarà un ritorno da mia nonna, perchè voglio farle conoscere Emanuele e perchè non so per quanto tempo ancora potrò tornare da lei. Saranno due settimane di fotografie scattate al mio mare, alla mia liguria, a luoghi che sento miei in modo quasi tossico.
Saranno anche due settimane di qualche nervosismo, ma ho lui con me, e so che quei momenti non rovineranno il mio ritorno a casa.
Ci si vede a settembre, buone vacanze a tutti.

martedì 7 luglio 2009

Seduta in riva al fosso

Luciano Ligabue accompagna la mia vita dall'adolescenza. Ci ho riflettuto stasera, guardando un suo concerto all'Arena di Verona trasmesso su Italia 1. Ho ascoltato Ligabue dalla bocca del ragazzo di cui ero cotta quando avevo 14 anni. Mi teneva sulle sue gambe e cantava a squarciagola Certe Notti. Era un Ligabue ancora di nicchia, forse non riempiva ancora gli stadi. E poi una sera, canticchiando quella canzone Andrea mi ha baciato lasciandomi senza fiato. Ho amato Ligabue, ho ascoltato le sue canzoni centinaia di volte senza mai trovarle banali o senza stancarmi. Ha calmato le mie notti piene di lacrime, mentre ascoltavo i miei genitori urlare al piano di sopra. Mettevo una cassetta prima ed un cd poi e mi addormentavo con le cuffie nelle orecchie e Ligabue a cullarmi. L'ho ascoltato al liceo innamorandomi anche del suo aspetto fisico, un po' presa in giro dalle mie compagne di classe che era pazze dei Take That e delle Spice Girls. L'ho seguito crescendo con lui, comprando i suoi dischi e tenendoli con cura. Riascoltandoli dopo mesi o anni ho scoperto nuovi significati, ho amato il suo chitarrista Fede Poggipollini, sempre con lui, sempre in prima fila. Non mi ha mai deluso, non ho mai ascoltato una sua canzone pensando che potesse fare di meglio. L'ho amato anche quando il mio ex ragazzo mi diceva che ero ossessiva e che non capiva cosa ci trovassi. E l'ho riscoperto con Emanuele, che lo ama come me. Ci piace cantare in macchina, mentre andiamo a mangiarci una pizza o a prendere un cornetto a Piazzale Tecchio. Ci piace da impazzire e ci ritroviamo a parlare di lui e di come accompagni le nostre vite e la nostra storia. Grazie Liga. Meno male che ci sei tu.

martedì 23 giugno 2009

L'uomo è un animale sociale?

Se lo ha detto Seneca deve essere vero. Eppure io spesso me lo chiedo. Senza affrontare analisi sociali pongo il quesito a me stessa. Ho passato quasi tutto il mese con lui. Qui a Roma, a casa mia. E ora che è tornato a casa sua mi sono riappropriata dei miei piccoli spazi e delle mie piccole abitudini. Leggere prima di dormire ad esempio, cucinare per me stessa, bere un caffè davanti al pc, rilassarmi in bagno perchè tanto non devo dividerlo con nessuno. Sto meglio da sola? No, assolutamente no. Mi manca moltissimo e non vorrei nemmeno che fosse partito. Però perchè è snervante dividere sempre ogni cosa? Perchè stanotte ho dormito dalla sua parte senza aver paura di svegliarlo? Perchè ho bevuto una tazzina di caffè sapendo che se avessi voluto avrei potuto bere anche tutta la caffettiera?
Eppure mi manca.

martedì 9 giugno 2009

Quanto sei italiano medio?

Il titolo del post è volutamente provocatorio, ed è un richiamo ai centinaia di test che impazzano sul social network del momento(ovvero facebook)dove possiamo dilettarci in test tipo" quanto sei valdostano?" "quanto sei liceale?" oppure "quanto sei modaiolo?". La domanda che pongo è rivolta a tutti quegli italiani che non fanno altro che lamentarsi della situazione politica e sociale in cui versa il nostro bel paese( per citare Ligabue" tutta questa bellezza senza navigatore") per poi votare ancora e di nuovo le soliti cariatidi della prima repubblica. Badate bene che non mi rivolgo a chi ha votato il Pdl piuttosto che il Pd...mi rivolgo banalmente a chi in generale ha votato ancora per poi dire" ah che schifo di classe politica che abbiamo"" ah ci vorrebbe una bella rivoluzione!!!" Chi di voi non ha mai sentito o addirittura detto" Bisognerebbe far piazza pulita, bisognerebbe far cadere tutti quei bastardi e mettere su gente giovane e con le palle, bisognerebbe cambiare tutto!!!" ? Immagino che tutti abbiate detto o pensato ciò, e allora per quale motivo siete andati a votare ancora i soliti quattro pezzi di merda? Per quale motivo oggi continuo a sentir dire " Ha vinto di nuovo il Pdl, ma giuro che io non l'ho votato". Perchè oggi nessuno ammette di aver votato Silvio piuttosto che Bossi o Borghezio? E perchè il popolo italiano passa mesi a lamentarsi di questo o di quel politico, di quella legge salva premier o di quella opposizione inutile per poi votare ancora e ancora chi veniva disprezzato fino a ieri? Perchè ovviamente il discorso vale anche per i sinistroidi che hanno dichiarato morta la sinistra e ridicolo il pd e l'opposizione per poi votare immancabilmente un surrogato di Veltroni.
Any ideas?
Buonanotte.

Ps: che poi uno magari va a votare perchè è convinto che sia meglio votare la merda che astenersi. Ma se a me la merda non piace perchè devo mangiarla per forza, tanto per usare una velata metafora...?

domenica 17 maggio 2009

Buon Compleanno Nonna!


Oggi mia nonna compie 90 anni. E' nata nel 1919. Basta digitare su Google "1919" per avere qualche informazione su ciò che è successo in Italia e nel mondo in quell'anno.
Qualche esempio?
-Berlino: soldati del governo socialdemocratico (Freikorps) arrestano Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Durante il trasporto in carcere i due vengono assassinati
-Si apre a Parigi la Conferenza di pace, che negozia i trattati che pongono fine alla Prima Guerra Mondiale (i famosi Trattati di Versailles)
- Italia: esce il primo numero de L'Ordine Nuovo, settimanale fondato e diretto da Antonio Gramsci
-A Bologna si svolge il primo congresso del Partito Popolare Italiano, aperto da don Luigi Sturzo
- Viene fondata la Società delle Nazioni
-Impresa di Fiume: Gabriele d'Annunzio a capo di 2500 legionari al motto di "O Fiume o morte" occupa la città, proclamandone l'annessione all'Italia
27 settembre
-In Turchia Ebrei, Armeni e Greci vengono esclusi dal servizio militare

E' strano pensare che mia nonna sia nata solo qualche mese dopo la fine del primo conflitto mondiale. E' ancora più strano pensare che abbia vissuto il primo dopoguerra, l'avvento del fascismo e del nazismo, le leggi razziali, lo scoppio della seconda guerra mondiale ed il secondo dopo guerra, la guerra fredda, il boom economico degli anni '60 e l'arrivo della televisione a colori e delle sue due nipoti pestifere.
Mia nonna è ancora qui e può raccontarlo, ricorda con ricchezza di particolari i periodi più bui della sua vita e quelli più felici, prima che mio nonno si togliesse la vita e la lasciasse sola. A volte penso che mia nonna sia come un libro di storia dimenticato in un cassetto, che se solo venisse aperto e consultato potrebbe essere una miniera di preziosissime informazioni, annedoti e accadimenti del passato che a volte racconta con gli occhi azzurri umidi di lacrime. Chissà quante cose ha vissuto mia nonna in questi novant'anni, quante persone ha conosciuto e ha visto andarsene prima di lei. E' l'ultima di 17 figli ed è l'unica ancora in vita. Ha seppellitto 16 fratelli, i genitori, un figlio ed un marito ed è ancora qui a stupirmi con le sue parole, con le sue battute ironiche, coi suoi sorrisi improvvisi e i suoi capricci senili. Cara nonna, sei l'unica persona della famiglia che ha saputo creare un legame vero con me, e so che anche se non posso essere con te oggi tu lo capisci e mi sostieni sempre e comunque.
Ti voglio bene Nonna, anche se non te lo dico mai.

domenica 26 aprile 2009

Ode al Gatto


Gli animali furono
imperfetti, lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia. volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.

L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole essere solo gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
fessura
per gettarvi le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz'orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto
è immondo
per l'immacolato piede del gatto.

Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c'è
enigma
nel tuo contegno,
forse sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no.
Io non sono d'accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl'imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l'atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d'oro stanno nei suoi occhi.

mercoledì 22 aprile 2009

Impedimenti e desideri

Strano titolo per un post. Eppure mi sembra adatto per descrivere ciò che voglio dire questa sera. Non siete abituati ad una Silvia in versione malinconica ma questa sera invece mi sento proprio così. Malinconica. Perchè? Perchè domenica si sposa il mio ex ragazzo. Fabrizio. Nove anni di storia d'amore e circa ventidue di amicizia vera e di risate e guai e esperienze e vizi proibiti scoperti assieme. Ci conosciamo da quando eravamo due bambini che litigavano per chi dovesse fare la parte della guardia e chi del ladro, da quando eravamo tutt'uno col sellino della bicicletta. Abbiamo fatto troppe cose assieme, che non potrei elencare nemmeno se mi mettessi qui d'impegno a cercare di ricordare 20 estati ed altrettanti inverni della mia vita. E poi ci siamo innamorati. A 15 anni e qualche mese mi sono innamorata di questo ragazzo romano, che vedevo solo nelle vacanze e a cui pensavo spesso. E lui mi ha ricambiato con la passione tipica dei quindicenni, in cui non esistono progetti e scadenze ma solo dichiarazioni d'amore eterne e totalitarie, che includono frasi come "ti amerò per sempre" e "senza di te morirò". Abbiamo aspettato che arrivasse il suo diploma ed è venuto a vivere con me, in casa mia. Un anno bellissimo, il mio anno della maturità. Ricordo che veniva a prendermi a scuola con la sua Clio, e mi sembrava bellissimo coi suoi capelli corti e i jeans attillati. E dopo il diploma, finalmente a Roma. Per vivere una storia d'amore non più fatta di distanze, attese, treni, vacanze estive e natalizie dai giorni contati e dagli addii tristi e disperati. Forse proprio Roma ha dato inizio alla fine della nostra storia. Alti e bassi, piccoli screzi, ruotine, noia e piccole scappatelle da parte di entrambi, eppure sempre assieme...nonostante tutto. Poi arriva Elena e Fabrizio mi lascia, sono quasi sollevata. Sono mesi che non va più, non si fa l'amore, non si ride, non si ha più voglia di stare assieme...e io ho conosciuto Emanuele e ho capito di non amarlo più.
E ora? Si sposa. Con Elena. Domenica. Vorrei poter essere lì con lui, poter essere al suo matrimonio e poter augurargli con tutto il cuore di essere felice accanto a lei. Vorrei poter guardarlo mentre pronuncia il suo Sì, il Sì più importante della sua vita, quello che cambierà tutto e che renderà tutto maledettamente serio. Forse sposarsi è un po' come tornare quindicenni, quando dici "Ti amerò per sempre" e lo pensi con tutto te stesso e con la forza dei tuoi quindici anni. Forse si torna bambini e quel sì pronunciato davanti a Dio e davanti a tutti i tuoi parenti è un Sì totalitario ed eterno. Non lo so, però vorrei poterci essere.
Auguri Fabrizio. Sii felice.

sabato 4 aprile 2009

Strane e-mail...

Chi mi conosce sa quanto sia una persona curiosa. Non potevo certo essere da meno oggi, quando controllando la mia posta elettronica( di un account che non uso spesso) ho visto che c'era un messaggio di posta non letto. Ho pensato si trattasse di un messaggio di qualche ragazza interessata all'annuncio che ho messo su vari siti internet per una stanza singola che si libererà tra poche settimane( a proposito, miei ipotetici lettori, se foste interessati sappiate che è ancora libera...la stanza, non la coinquilina). Ed invece leggo l'oggetto della mail che mi ha incuriosito e strappato un sorriso; era Non "venire" più troppo presto!!! Il verbo venire era virgolettato, proprio a sottintenderne il senso figurato. Ho aperto la mail e quindi ho letto quanto segue:

Le opinioni dei nostri clienti:

- Il sesso porta piu soddisfacimento. Lo stress e la tensione sono spariti. Lei non si rattrista piu, ora io non temo, che saro costretto a negare. E` una sensazione fisica sbalorditiva, dopo la quale segue lo stesso sentimento profondo.

- La cosa migliore del Vi e` la sicurezza della possibilita di «volare con autopilota»,
rilassandosi e senza la necessita` dell’entrare nel merito di quel fatto, che il pene continua a trovarsi in posizione verticale, anche quando tu sei interrotto (i figli battano alla porta della camera da letto, il cane abbaia, il preservativo scivola). Quando prendi coscienza del Vi, questo puo anche stare un grande regalo per la compagna. C’e solo un consiglio: non le dica, che lei prende il Vi: l’apprezzamento di se’ stesso femminile e` anche molto suscettibile.



- confezione confidenziale
- pagamento confidenziale
- non richiedela visita medica
- consultazione medica telefonica gratis
- non c’e bisogno di aspettare a lungo – la consegna nel corso di 2-3 giorni
- ordinazione comoda e confidenziale nel regime di online.
- Online -negozio di licenza
- nessuna spesa nascosta

Ordini oggi e dimentichi delle sue delusioni, delle lunghe paure del rifiuto e le situazioni dolorose ripetibili.


E' o non è una perla di saggezza rara? Quell'italiano un po' titubante, quelle frasi sconnesse e quel virgolettato"volare con autopilota" sono o non sono elementi tali da dover per forza essere condivisi con voi tutti?
Ringraziatemi pure amici, so di avervi regalato cinque minuti di godimento, che non saranno come "venire" con il Vi, ma che vi renderanno meno nervosi anche se foste interrotti dai vostri figli che battano alla porta o dal preservativo che scivola( che cazzo di presertavo usate???)
E...shhh...non ditelo a lei che è suscettibile!!!!

sabato 28 marzo 2009

Devastazioni Sanremesi...

Poteva mancare un post su Sanremo? Certo che no! Tralasciando il disgusto per la vittoria di un ragliante Marco Carta in versione Ramazzotti post- Hunziker vorrei esprimere la mia insofferenza per la canzone di Arisa. Non sono molto originale, lo so...probabilmente, miei ipotetici lettori, anche voi siete rimasti nauseati da costei però non vogliatemene se non posso fare a meno di dire" Basta!!!" Dopo una settimana di lavoro mi sono recata al vicino supermercato Carrefour per approvigiornami di cibo e bevande e tra un etto di prosciutto crudo e un cuore di merluzzo chi spunta come sottofondo musicale? Lei!!!Arisa!!!!La finta ingenuotta che piace tanto tanto agli italiani( anche se in questo caso preferirei che si fosse comprata i voti a palate) Ma porcaccia la miseria!!!!Ma non ne avete anche voi le palle piene di questa signorina che fa di tutto per accentuare il suo naso non proprio alla francese e il suo fisico da caffettiera Bialetti? Non vi siete stufati di questa canzoncina stile cartoni animati anni '80 cantati nientepopodimeno che da Cristina D'Avena? (che almeno lei era carina). Non trovate veramente snervante questo continuo trasmettere la sua faccia in tv mentre ci mostra quanto è dolce, buona, brava, bon-ton e fresca? Non vi verrebbe voglia di tapparvi le orecchie e girare coi tappi di gomma pur di non sentirla più in radio???? Basta, basta!!!!!!
Se vi piace potete anche dissentire eh, ma anche no.

domenica 15 marzo 2009

Prima di partire per un lungo viaggio...

Un anno fa io Manu Paola e Massimo partivamo per Parigi. Oggi pomeriggio pensavo a quando cercavo una casetta in affitto per noi 4 e mi mettevo in contatto con affittuari parigini tra una parola in francese ed una in italiano. Questo preambolo per dire che ho voglia di partire per una città qualsiasi, di decollare con un volo low cost destinazione chissadovè, di immergermi in una cultura diversa dalla mia, di assaggiare cibi dai nomi impronunciabili ma inaspettatamente buoni, di visitare musei e guardare opere d'arte fotografandole di nascosto, di camminare per strade sconosciute, fermarmi per consultare la cartina della città e chiedere indicazioni ai passanti o agli edicolanti, di ascoltare idiomi che si mescolano e dei quali non capisco che poche parole, di entrare in chiese e scoprire propri lì nascosta agli sguardi indiscreti un'opera d'arte dal valore inestimabile, di far mattina nei pub bevendo birra che stordisce e mangiando carne dal sapore piccante, di tornare a casa coi piedi doloranti e addormentarmi tra le braccia di Morfeo(e di Emanuele ;). Ho voglia di viaggiare; ma per non posso farlo. Quindi...mi limito a viaggiare con la fantasia.

venerdì 27 febbraio 2009

Perchè anche un reality può stupire positivamente...

La scorsa settimana, precisamente lunedì sera, ero stravaccata sul letto a fare zapping tra un x factor e un grande fratello qualsiasi e ho ascoltato un gruppo di ragazzi che fanno rock. Erano in lizza per entrare nel reality show della Ventura e di Morgan(e purtroppo non sono entrati, ma del resto non avevo grandi speranze in proposito) Però...li ho trovati veramente bravi. Ve li propongo qui con due video presi da youtube. Spero di sentire ancora parlare di loro perchè di talento ne hanno, e anche parecchio.
Eccoli:

martedì 10 febbraio 2009

Roma


Sfogliando un po' i post del mio blog mi sono accorta di non aver parlato della città che mi ospita da quasi sei anni. Voglio rimediare a tale mancanza parlandone qui, oggi. Poco fa, sotto la doccia, riflettevo sul fatto che soltanto quando scorre l'acqua calda sulle mie orecchie non sento i rumori di una Roma che pulsa incessantemente. Rumori di automobili che sfrecciano soprattutto. Ma c'è un rumore meno fastidioso, che mi tiene compagnia anche quando mi sento sola e ho un bisogno disperato di mare e di casa. E' il rumore della gente che abita questa città, gente indaffarata, gente che corre, gente che va e che viene. Studenti del sud che scelgono Roma per inseguire, e magari realizzare, il loro sogno; donne di tutti e cinque i continenti che affrontano il caos della capitale per disperazione e per necessità, uomini in giacca e cravatta che prendono taxi alla stazione Termini, diretti chissà a quale importante convegno o riuonione, uomini in scarponi da lavoro sporchi di calce, che prendono un autobus affollato alla stazione Termini, diretti nelle periferie della città eterna, dove una stanza costa meno e dove i trasporti pubblici quasi non arrivano. Bambini di tutte le etnie che tornano da scuola, cinesi, cileni, argentini, albanesi che parlano e discutono al cellulare in idiomi che non capisco ma che mi affascinano. Roma, luogo dove si incrociano e spesso si scontrano diverse culture, e dove convivono eternamente presenti il Sacro ed il Profano. Roma, ricchezza e povertà, magnificenza e grettezza. Città eterna di chiese e palazzi, di vie consolari piene di prostitute bambine e di reperti archeologi a cui volgi velocemente uno sguardo tra un semaforo rosso ed un ingorgo. Roma, città di fontane ed obelischi, di decadenza e ricchezza, di sconvolgenti tramonti e di gente schietta e caciarona. Puoi amare questa città. puoi farne la città ideale in cui vivere ed in cui amare, ma puoi anche odiarla e decidere di non tornarci mai più.
Ed io? Io non so se la odio e la amo, però questa città puttana la sento anche un po' mia.

sabato 7 febbraio 2009

Tienimi le mani


Adoro starti fra le braccia, guardando il cielo da sotto. E il tuo continuo scattarmi foto e il mio sguardo scintillante di fuoco, perché mi fa impazzire prima ancora di ogni brivido il fatto di essere lì, per i tuoi occhi.
Adoro il fatto che ciò che provi a volte me lo dici a parole, ma soprattutto me lo fai toccare con i tuoi gesti grandi e piccoli, e mi fai sentire assolutamente amatissima.
Adoro il fatto che ti piacciono i miei panini con la verdura, ma di gran lunga preferisci quelli con la mortadella, e non me lo nascondi, come non mi nascondi tutto il resto. Adoro quando mi prendi in giro perché lo fai con tenerezza e ironia, il modo che hai di allontanare lo sguardo a sinistra nel momento in cui esprimendo quello che sei per me lievemente ti imbarazzi.
Adoro quando mi faccio mille paranoie per non farti male, e mi accorgo che invece la vita con te è molto più semplice delle mie masturbazioni mentali.
Adoro quando dopo un po’ di vino rosso parlo ancora di più del solito e ti racconto di ombre che si muovono, della gatta che mi morde i piedi e di tutti i fiumi di cose che vivo aspettando te.
Adoro quando mi sveglio di notte per timori che lentamente si stanno dissolvendo e sai sempre come abbracciarmi, e sai sempre come ESSERCI.
Adoro quando di adombri perché divento malinconica e allora mi accorgo di quanto veramente io e te siamo un unico sorriso.
Adoro come naturalmente hai saputo prenderti la mia fiducia, il modo che quindi ho di lasciarmi completamente nelle tue mani.
Adoro il tuo solletico e gli scherzi che mi fai e le risposte che mi dai prima ancora che io te le chieda.
Adoro tutte le 3546739 attenzioni con cui mi vizi, vicino e lontano.
Adoro prima ancora delle cose che fai e che dici, come fai le cose, come dici le cose.
Adoro il bambino e l’uomo che sei, contemporaneamente, come me.
Adoro il mio scivolare per quanto mi piaci fino a tremare sulle gambe e arrendermi, sedendomi a terra.
Adoro il fatto che per te è deformazione professionale quando guardi i bambini per strada, dici che sono per te quadri ancora da dipingere: e ridi tra ironia e spavento, ma poi sei tu che per primo guardi i libri per bimbi in libreria e sulle bancarelle, e il cuore sorride da dentro. Adoro passeggiare con te, perché non ci spaventa stare nei rispettivi fianchi e mi dai forza bellezza e pura gioia.
Adoro fermarmi con te per caso in una trattoria sul porto non perché c’è fame, ma per l’odore di spaghetti e pesce che ci prende lo stomaco.
Adoro aspettarti in 325 stazioni con incostanti ritardi, varcare 4 giorni alla settimana per starne con te gli altri 3.
Adoro la bellezza delle tue dita, quando mi versi il caffè, spalmi la cioccolata, mi aggiusti il reggiseno e ne commenti lo spessore del tessuto, mi tieni i capelli, mi insaponi la schiena mi prendi la mano, per non lasciarla più.
Adoro le canzoni che mi dedichi, i film che non conosciamo, le nostre diversità, il nostro stesso sentire, il tuo cuore che sussulta forte mentre mi stendo sul tuo petto.
Adoro quando così naturalmente vediamo che le cose che ci piacerebbe fare, e non se ne parla come un desiderio o un sogno, ma come qualcosa che già si sfiora.
Adoro guardarmi allo specchio e nella mia pelle guardare i segni che lasci del nostro libro.
Adoro raccontarti di me, in ogni mio tono e la voglia che mi ispiri di farti felice, anzi, di essere felice con te.
Adoro guardarti in auto, mentre guidi, e mi parli di te, del tuo dentro e del tuo fuori, di tutto ciò che ti passa e dei tuoi amici, della tua casa, del tuo lavoro, di ogni altro tempo.
Adoro i nostri silenzi e anche la scelta di questo verbo “adorare” che è piena e sostitutiva per non aver paura, ma che vale molto di più di come suona.
E ti chiedi ancora, perché guardandoti mi commuovo? Sei la più bella cosa che mi potesse capitare…e adoro, si adoro, tutto ciò che ancora non abbiamo scritto.


PS: Non parlo quasi mai di me e di lui, soprattutto su questo blog. Oggi però volevo farlo, in barba ai post scritti il giorno di San Valentino. Perchè io e te siamo noi tutti i giorni dell'anno, e continueremo ad esserlo.

mercoledì 4 febbraio 2009

Curiosità inaspettate

Qualche giorno fa ho deciso di inserire sul mio blog una lista che permette di visualizzare le chiavi di ricerca utilizzate per arrivare al mio blog. Mi sono resa conto che benchè abbia parlato di argomenti attuali come la striscia di Gaza o di cinema o di letteratura la chiave di ricerca utilizzata praticamente ogni giorno è" sognare gatti". Che gli italiani siano sognatori accaniti di gatti? Boh. Però la cosa mi ha incuriosito.

sabato 31 gennaio 2009

Il cammello cieco e la pecora zoppa

C'era una volta un cammello cieco che aveva smarrito la sua carovana. Sospirava e si lamentava, perchè la cecità gli avrebbe impedito di raggiungere i suoi compagni.
Ad un tratto si avvicino’ una pecora zoppa che aveva perduto il gregge. Sospirava e si lamentava, perchè la lentezza le avrebbe impedito di tornare all'ovile del paese prima di notte.
Passò di la' un vecchio eremita: "Smettetela di commiserarvi!"
"Il cammello potra’ caricare sulle spalle la pecorella: l'uno metterà le gambe, l'altra metterà gli occhi."
E fu così che in meno di un'ora il cammello e la pecora raggiunsero la meta desiderata
. Anthony de Mello - da"Le Parabole di Anthony de Mello".

venerdì 23 gennaio 2009

Quando uno scrittore ti entra nel cuore

Vi è mai successo di entrare in una biblioteca, o in una libreria, e di rimanere folgorati da un libro? A me è successo, e probabilmente non sono nemmeno la prima ad essere rimasta affascinata, quasi ipnotizzata, da John Fante. Non sono la prima perchè la prefazione di" Chiedi alla polvere"è stata scritta da Charles Bukowski, che ha definito John Fante come il narratore più maledetto d'America. Ho preso tra le mani questo libro per puro caso, nella biblioteca comunale a pochi km da casa mia. Cercavo un libro un po' diverso dal solito, magari di un autore americano di nicchia...e mi sono ritrovata con "Chiedi alla polvere" aperto alla prima pagina. Mi ha investito con il suo linguaggio a tratti poetico e a tratti crudo e realistico, mi ha fatto innamorare di Arturo Bandini e di Camilla Lopez, ho seguito l'improbabile storia d'amore tra questo scrittore di origini italiane e questa cameriera messicana cocciuta ed orgogliosa quasi quanto Arturo. Ho letto questo libro innamorandomi di John Fante, delle sue imprecazioni in italiano, della sua comicità grottesca e dell'intensità dei suoi personaggi, talmente veri da essere quasi commoventi. Ho finito questo libro cercandone subito altri e leggendo"Full of life" "A ovest di Roma" "La confraternita del Chianti" e trovandoli veramente intensi. John Fante sa commuovere senza sdolcinature e sa far ridere raccontare cose banali, ma spudoratamente vere. Se passate di qui, ricordatevi di John Fante...e leggetelo, leggetelo e poi venitemi a ringraziare.

venerdì 16 gennaio 2009

Prima di tutti...


“Prima di tutti vennero a prendere gli zingari
e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare”
Bertold Brecht


Questo post vuole essere supra partes. E' semplicemente un No alla guerra e ai suoi orrori, come le vittime civili.

sabato 10 gennaio 2009

Playlist

L'11 Gennaio di 10 anni fa moriva Fabrizio De Andrè. Voglio ricordarlo in questo blog, ed in questo post caricando qualche video da youtube. Chi mi conosce sa quanto io ami De Andrè e quanto di lui mi lega alla mia terra. Questo post vuole essere un piccolo omaggio a lui, e a tutti gli amanti della poesia in musica.
Ciao Fabrizio.