venerdì 27 febbraio 2009

Perchè anche un reality può stupire positivamente...

La scorsa settimana, precisamente lunedì sera, ero stravaccata sul letto a fare zapping tra un x factor e un grande fratello qualsiasi e ho ascoltato un gruppo di ragazzi che fanno rock. Erano in lizza per entrare nel reality show della Ventura e di Morgan(e purtroppo non sono entrati, ma del resto non avevo grandi speranze in proposito) Però...li ho trovati veramente bravi. Ve li propongo qui con due video presi da youtube. Spero di sentire ancora parlare di loro perchè di talento ne hanno, e anche parecchio.
Eccoli:

martedì 10 febbraio 2009

Roma


Sfogliando un po' i post del mio blog mi sono accorta di non aver parlato della città che mi ospita da quasi sei anni. Voglio rimediare a tale mancanza parlandone qui, oggi. Poco fa, sotto la doccia, riflettevo sul fatto che soltanto quando scorre l'acqua calda sulle mie orecchie non sento i rumori di una Roma che pulsa incessantemente. Rumori di automobili che sfrecciano soprattutto. Ma c'è un rumore meno fastidioso, che mi tiene compagnia anche quando mi sento sola e ho un bisogno disperato di mare e di casa. E' il rumore della gente che abita questa città, gente indaffarata, gente che corre, gente che va e che viene. Studenti del sud che scelgono Roma per inseguire, e magari realizzare, il loro sogno; donne di tutti e cinque i continenti che affrontano il caos della capitale per disperazione e per necessità, uomini in giacca e cravatta che prendono taxi alla stazione Termini, diretti chissà a quale importante convegno o riuonione, uomini in scarponi da lavoro sporchi di calce, che prendono un autobus affollato alla stazione Termini, diretti nelle periferie della città eterna, dove una stanza costa meno e dove i trasporti pubblici quasi non arrivano. Bambini di tutte le etnie che tornano da scuola, cinesi, cileni, argentini, albanesi che parlano e discutono al cellulare in idiomi che non capisco ma che mi affascinano. Roma, luogo dove si incrociano e spesso si scontrano diverse culture, e dove convivono eternamente presenti il Sacro ed il Profano. Roma, ricchezza e povertà, magnificenza e grettezza. Città eterna di chiese e palazzi, di vie consolari piene di prostitute bambine e di reperti archeologi a cui volgi velocemente uno sguardo tra un semaforo rosso ed un ingorgo. Roma, città di fontane ed obelischi, di decadenza e ricchezza, di sconvolgenti tramonti e di gente schietta e caciarona. Puoi amare questa città. puoi farne la città ideale in cui vivere ed in cui amare, ma puoi anche odiarla e decidere di non tornarci mai più.
Ed io? Io non so se la odio e la amo, però questa città puttana la sento anche un po' mia.

sabato 7 febbraio 2009

Tienimi le mani


Adoro starti fra le braccia, guardando il cielo da sotto. E il tuo continuo scattarmi foto e il mio sguardo scintillante di fuoco, perché mi fa impazzire prima ancora di ogni brivido il fatto di essere lì, per i tuoi occhi.
Adoro il fatto che ciò che provi a volte me lo dici a parole, ma soprattutto me lo fai toccare con i tuoi gesti grandi e piccoli, e mi fai sentire assolutamente amatissima.
Adoro il fatto che ti piacciono i miei panini con la verdura, ma di gran lunga preferisci quelli con la mortadella, e non me lo nascondi, come non mi nascondi tutto il resto. Adoro quando mi prendi in giro perché lo fai con tenerezza e ironia, il modo che hai di allontanare lo sguardo a sinistra nel momento in cui esprimendo quello che sei per me lievemente ti imbarazzi.
Adoro quando mi faccio mille paranoie per non farti male, e mi accorgo che invece la vita con te è molto più semplice delle mie masturbazioni mentali.
Adoro quando dopo un po’ di vino rosso parlo ancora di più del solito e ti racconto di ombre che si muovono, della gatta che mi morde i piedi e di tutti i fiumi di cose che vivo aspettando te.
Adoro quando mi sveglio di notte per timori che lentamente si stanno dissolvendo e sai sempre come abbracciarmi, e sai sempre come ESSERCI.
Adoro quando di adombri perché divento malinconica e allora mi accorgo di quanto veramente io e te siamo un unico sorriso.
Adoro come naturalmente hai saputo prenderti la mia fiducia, il modo che quindi ho di lasciarmi completamente nelle tue mani.
Adoro il tuo solletico e gli scherzi che mi fai e le risposte che mi dai prima ancora che io te le chieda.
Adoro tutte le 3546739 attenzioni con cui mi vizi, vicino e lontano.
Adoro prima ancora delle cose che fai e che dici, come fai le cose, come dici le cose.
Adoro il bambino e l’uomo che sei, contemporaneamente, come me.
Adoro il mio scivolare per quanto mi piaci fino a tremare sulle gambe e arrendermi, sedendomi a terra.
Adoro il fatto che per te è deformazione professionale quando guardi i bambini per strada, dici che sono per te quadri ancora da dipingere: e ridi tra ironia e spavento, ma poi sei tu che per primo guardi i libri per bimbi in libreria e sulle bancarelle, e il cuore sorride da dentro. Adoro passeggiare con te, perché non ci spaventa stare nei rispettivi fianchi e mi dai forza bellezza e pura gioia.
Adoro fermarmi con te per caso in una trattoria sul porto non perché c’è fame, ma per l’odore di spaghetti e pesce che ci prende lo stomaco.
Adoro aspettarti in 325 stazioni con incostanti ritardi, varcare 4 giorni alla settimana per starne con te gli altri 3.
Adoro la bellezza delle tue dita, quando mi versi il caffè, spalmi la cioccolata, mi aggiusti il reggiseno e ne commenti lo spessore del tessuto, mi tieni i capelli, mi insaponi la schiena mi prendi la mano, per non lasciarla più.
Adoro le canzoni che mi dedichi, i film che non conosciamo, le nostre diversità, il nostro stesso sentire, il tuo cuore che sussulta forte mentre mi stendo sul tuo petto.
Adoro quando così naturalmente vediamo che le cose che ci piacerebbe fare, e non se ne parla come un desiderio o un sogno, ma come qualcosa che già si sfiora.
Adoro guardarmi allo specchio e nella mia pelle guardare i segni che lasci del nostro libro.
Adoro raccontarti di me, in ogni mio tono e la voglia che mi ispiri di farti felice, anzi, di essere felice con te.
Adoro guardarti in auto, mentre guidi, e mi parli di te, del tuo dentro e del tuo fuori, di tutto ciò che ti passa e dei tuoi amici, della tua casa, del tuo lavoro, di ogni altro tempo.
Adoro i nostri silenzi e anche la scelta di questo verbo “adorare” che è piena e sostitutiva per non aver paura, ma che vale molto di più di come suona.
E ti chiedi ancora, perché guardandoti mi commuovo? Sei la più bella cosa che mi potesse capitare…e adoro, si adoro, tutto ciò che ancora non abbiamo scritto.


PS: Non parlo quasi mai di me e di lui, soprattutto su questo blog. Oggi però volevo farlo, in barba ai post scritti il giorno di San Valentino. Perchè io e te siamo noi tutti i giorni dell'anno, e continueremo ad esserlo.

mercoledì 4 febbraio 2009

Curiosità inaspettate

Qualche giorno fa ho deciso di inserire sul mio blog una lista che permette di visualizzare le chiavi di ricerca utilizzate per arrivare al mio blog. Mi sono resa conto che benchè abbia parlato di argomenti attuali come la striscia di Gaza o di cinema o di letteratura la chiave di ricerca utilizzata praticamente ogni giorno è" sognare gatti". Che gli italiani siano sognatori accaniti di gatti? Boh. Però la cosa mi ha incuriosito.